I centomila polli e mezzo di Giorgiameloni

Ovvero: il problema del razzismo “dati alla mano”.

Non è per nulla facile essere, al giorno d’oggi, una Giorgiameloni: cresci a pane e nazionalismo (o, come preferisce il politically correct che ha incredibilmente impaludato anche i fascisti: sovranismo), in piena adolescenza sei nel Fronte della Gioventù, diventi la più giovane (e inutile) ministra nella storia repubblicana, rinunci alla corsa a Sindaco per diventare anche perfino ADDIRITTURA una madre e, nel periodo storico più reazionario del dopoguerra, a 41 anni suonati, fatichi a raggiungere il 4% nei sondaggi.
Del resto Giorgiameloni è un po’ l’opzione “ti potrebbero interessare anche” del razzismo contemporaneo, che ha scelto di vedere i video di Salvini che macina visualizzazioni, consensi, voti con la velocità di una setticemia. Questa cenerentola littoria che fa tappezzeria al Ballo delle Medie della Storia, questa eterna outsider continua a guidare partitini-briciola nonostante ciò che dice sia l’esprit du temps da qualche anno a questa parte: Giorgiameloni si ritrova così condannata a essere drammaticamente contemporanea e drammaticamente ignorata allo stesso tempo.

Povera Giorgiameloni.

Neanche a dire che non ci provi a livello social: già, perché essere razzisti oggi significa dover conoscere perfettamente le dinamiche della comunicazione sulle reti sociali, i suoi algoritmi, i suoi funzionamenti più intimi, altrimenti se ne finisce risucchiati. E Giorgiameloni non si risparmia nel dare in pasto ai suoi dignitosissimi 900.000 e rotti like su Facebook link a notizie, video, meme che consentano al fascio da tastiera di eiaculare improperi contro i nemici politici, i negri, gli zingari, i burocrati e altri grandi classici del nazionalsocialismo. Esattamente come fa Salvini. Eppure Giorgiameloni non decolla, specie dopo essere stata imbarcata nella coalizione di centrodestra e rispedita a casa in un giorno con un’efficienza cinica che neanche Amazon Prime.
Un tentativo, tuttavia, merita attenzione, sia perché dimostra che Giorgiameloni studia comunicazione e non la capisce, sia perché appare emblematico di questi tempi pazzarielli, in cui ai poveri basta vedere altri poveri trattati di merda per sentirsi meglio, quando perfino Hitler dovette sbattersi a ridare il lavoro ai tedeschi per far loro digerire le politiche razziali.
Il tentativo in questione è un post del 30 ottobre 2018, che mostra questa immagine:

FB_IMG_1540973486140.jpgA parte un paio di commenti di quella gente che, pur opponendosi a Giorgiameloni, vi ha apposto il proprio like su Facebook, il tono generale dei commenti appare (giustamente) fasciorazzistoide: chi si lascia andare agli improperi contro minoranze scelte dal proprio campionario di esperienze personali, chi invoca l’immancabile pena di morte, chi più cautamente accusa Roberto Fico di essere un ipocrita.

[Una breve parentesi su Roberto Fico: sulla sua pagina Giorgiameloni sta cercando di dipingerlo un po’ come i 5Stelle fecero con Laura Boldrini, un ipocrita buonista amico dei barconi. Ovviamente non sta funzionando, perché in questa campagna denigratoria Giorgiameloni non si può portare appresso buona parte dell’elettorato italiano, tra PD 5Stelle e Lega, e soprattutto perché Fico è MASCHIO]

Torniamo al post della pora Giorgia. Se si prova ad andare oltre il banner a caratteri cubitali che suggerisce come dovremmo interpretare quei dati (GLI IMMIGRATI DELINQUONO), e ci si addentra in questi dati, si notano un po’ di cose interessanti.
Nella legenda in alto si legge “comparazione reati su 100mila persone”. Se ne deduce che i numeri degli istogrammi sotto si riferiscono a valori assoluti: ogni 100.000 persone, 19 italiani e 80 stranieri sono stati arrestati. Ciò che si evince è che il campione sia riferito a italiani e stranieri insieme, così, mischiati a cazzo, quindi il dato va letto in questo modo:

“su 100.000 persone sia italiane che straniere, 18 italiani e 80 stranieri sono stati arrestati tra il 2016 e il 2017”

Questa informazione, così letta, ci spiega che in senso assoluto gli stranieri delinquono di più degli italiani (anche se qua parliamo di arresti, ma non complichiamo troppo le cose), ma anche che 80 arrestati su 100.000 abitanti fa lo 0,08%, il che non restituisce poi questa “EMERGENZA CRIMINALITÀ STRANIERA” in capslock.

_20181101_190027.JPG

Poi le cose si complicano guardando la legenda in basso: leggiamo che le due righe dell’istogramma, nera per gli stranieri e verde per gli italiani, sono in realtà “% per 50.000” rispettivamente italiani e stranieri. Quindi possiamo rileggere le informazioni in questo modo:

“su 50.000 italiani, il 19% è stato arrestato”

Il 19% di 50.000 è 9.500. Se stimiamo gli italiani in 60 milioni, secondo questo grafico 11.400.000 italiani sono stati arrestati tra il 2016 e il 2017, numeri inverosimili che dipingono il Belpaese come un enorme Panopticon.
Ora, è evidente che nella legenda in basso c’è semplicemente un refuso: non ci si riferisce a percentuali ma a numeri assoluti. Ma da questo fatto emerge qualcosa di ancora più interessante. Se in entrambe le legende parliamo di dati assoluti, i 100mila della legenda in alto sono in realtà suddivisi in 50mila italiani e 50mila stranieri; se le cose stanno così, chiunque può capire come questo grafico restituisca un dato alterato in malafede, perché i due campioni non possono essere messi a confronto con dati assoluti né tantomeno sommati.

Vabbè, non proprio chiunque, altrimenti la Lega non sarebbe data al 30%.

Comunque, se vogliamo comparare gli arresti degli italiani con gli arresti degli stranieri, considerato che gli italiani sono 10 volte di più, bisogna trasformare quei dati assoluti in percentuali. Questo grafico dunque, sempre ammesso che i numeri siano veri, si deve leggere così:

“lo 0.03% degli italiani è stato arrestato tra il 2016 e il 2017. Lo 0.16% degli stranieri è stato arrestato tra il 2016 e il 2017”

Un po’ poco per eiaculare su una tastiera. In ogni caso: il grafico taroccato c’è. I numeri assurdi pure. E allora perché Giorgiameloni non mi vola nei sondaggi? Probabilmente perché è così ininfluente da non avere nemici, e questo è un problema che ci spiegò molto bene già il berlusconismo, ma c’è dell’altro. Può anche darsi che Salvini abbia letteralmente riempito col suo ingombrante culone xenofobo tutto lo spazio a destra. Ma c’è dell’altro.
Il fascio-lego-sovranist-razzista 2.0, o 3.0, ho perso il conto delle release, ha sì bisogno di spiegazioni pseudo-ragionevoli per giustificare una tendenza sociale automatica, quella cioè di dare la colpa delle proprie miserie a qualcuno che sta peggio di lui, ma gli basta molto meno di un istogramma con le legende taroccate. Non c’è molta differenza tra il razzismo adulto, depotenziato della sua componente violenta dalla delega politica, e ciò che sta dietro al bullismo nelle scuole: un bullo di 13 anni non si riconoscerà mai come una persona cattiva, ma neanche avrà bisogno di dire che il 50% dei tredicenni con gli occhiali è stato dentro per spaccio; a lui basta dire che la sua vittima di turno è un frocio, o uno sfigato, o un secchione. Allo stesso modo, al razzista contemporaneo basta sentirsi confortato nelle proprie idee anche dalla semplice cronaca, perché i fattarelli possono riempire una timeline di Facebook più dei numeri, e possono farlo ogni giorno, senza la limitazione delle fasce orarie dei TG, per tutta la vita, e senza bisogno di aggregare dati o fare percentuali che magari fanno sentire i razzisti pure un po’ un difetto, perché di fronte ai numeri l’analfabetismo funzionale reagisce sempre con grande irritazione.
Da un lato abbiamo Giorgiameloni, che posta un istogramma che confonde volutamente dati assoluti con percentuali in modo da sostenere la percezione dell’invasione. Dall’altro abbiamo Salvini, che carica il video di un immigrato che ammazza un piccione per strada.
Rigore al 90°.
Menzione a parte per chi, condividendo quel post, ha commentato “siete capaci di leggere i numeri, buonisti del cazzo???”.
Sì, siamo capaci.

Voto (a Giorgiameloni): si applica tanto e inutilmente.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: